Föllakzoid – V

A quattro anni di distanza da “I” torna la creatura Föllakzoid, con l’album “V”, sempre via Sacred Bones. Domingæ Garcia Huidobro lo ha registrato insieme al produttore Atom TM, cesellando nel suono stesso la sua identità queer e trans.

Il risultato di questo nuovo disco è un viaggio sensoriale e immersivo, nel quale il minimalismo elettronico si fonde a potenti esperienze techno, a spazi di dilatazione kraut, in parte già presenti nel precedente “I”. Lontano dal deserto psych di “III”, il magma sonoro di “V” vive di synth sommersi, di occulti campionamenti vocali disumanizzati, di batteria ossessiva, di chitarre e tappeti di basso protratti all’infinito, di intrecci ritmici pulsanti, circolari, che vibrano poderosi dalle profondità del rumore per raggiungere un appagante oblio. 

Come in “I”, i brani non hanno titolo. Sono numerati, quasi a voler eludere la loro specificità sonora, a volerla renderla neutra, pura avanguardia bagnata dalla dimensione della sperimentazione.  Ad aprire questa liturgia di suoni ci pensano i battiti di “V-I” e poi l’ossessione ritmica “V-II”, pezzo accompagnato da un videoclip magnetico ed estrapolato dal film paranormale “Partir to Live” diretto da Domingæ. Una sorta di oscurità latente aleggia in “V-III” e “V-IIII” chiude la cerimonia a colpi di reiterati martelli timbrici. 

“V” è ipnotismo trascendente, allucinazione di un groove nel quale perdersi e ritrovarsi. È il gioco degli opposti: sole e luna, maschile e femminile. È “L’ Occultamento della luce”, l’ esagramma 36 dell’I-CHING, che Domingæ ha citato in un suo post di Instagram in occasione dell’uscita del disco. Il sogno è viverci dentro completamente, assorti dal suo sound. Propizio è perseverare…

(pubblicato su www.xtm.it)

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