The Murder Capital  – Gigi’s Recovery

Strange feeling I’m dealing with

I can’t admit it I lose my grip

That morning I thought I’d skip

This day forever became what if

Existence fading

L’esistenzialismo che mescola le tenebre post punk a certe fluorescenze alt rock targate fine Novanta e Duemila: si potrebbe riassumere così Gigi’s Recovery, secondo album degli irlandesi The Murder Capital. Se il precedente When I Have Fears inglobava tutta l’oscurità post punk e le più cupe tensioni interiori, questo disco, pur conservando l’anima del genere si apre alla sperimentazione, a sonorità più ricche di sfumature, che lambiscono anche l’elettronica densa di campionamenti poggiata su tappeti di synth. C’è sempre un tocco di nero nel disco, modellato su un’anima sonora quasi gotica, ma qui è edificato sull’accettazione e la visione di un futuro, su testi che sono rappresentazione di un itinerario fatto di tormenti, introspezioni e visioni che vogliono accantonare il buio e scovare la luce, mentre la voce muscolare di James McGovern costruisce una forte tensione lirica al tutto. 

Il disco si apre con la breve e spettrale opener Existence, per poi sfociare nella malinconia di Crying  e nei ritmi incalzanti di Return My Head. Un rintocco di campane sinistro apre Ethel, mentre le parole sembrano litanie oscure, e intrecci robotici electro-wave pennellano The Stars Will Leave The Stage. Inquietudini distorte accompagnano The Lie Become The Self e costruzioni vicine ai Radiohead fanno capolino in  A Thousand Lives. Chiude il cerchio Exist. 

Gigi’s Recovery è album ricchissimo di tonalità ritmiche. È un interessante viaggio del sé tra lacrime e synth, strumenti e sangue. È un’esplorazione sonora e interiore volta al cambiamento e all’evoluzione. Furia, angoscia, amore e accettazione confluiscono in questo disco per esplodere attraverso i suoni e i fantasmi di un’esistenza che vuole esistere, mutando forma. 

To stay forever

In my own skin

Existence changing

(pubblicato su www.xtm.it)

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