DIIV – Oshin

La storia dei DIIV (precedentemente conosciuti come Dive, nome “ceduto” poi all’omonima band industrial belga) nasce a Brooklin nel 2011 dalla mente di Zachary Cole Smith, chitarrista dei Beach Fossils, deciso ad avviare un progetto solista. Successivamente i DIIV diventano una vera e propria band arricchendosi della presenza di Andrew Bailey alla chitarra, Davin Ruben Perez al basso e Colby Hewitt, ex batterista degli Smith Westerns.

È la Captured Tracks a dare alle stampe il loro album d’esordio, Oshin, una miscela di dream pop con incursioni shoegaze, un jungle pop filtrato da esperienze post punk e psichedeliche. L’album è sorretto da passeggiate chitarristiche ben in evidenza, da atmosfere rarefatte, ritmiche riverberate e reiterate strutture compositive narcotiche. La voce funge da eco lontano e le linee melodiche sono spesso molto simili le une alle altre. Dilatazioni sonore prendono vita da corposi intrecci strumentali (Drum, Druun Pt. II ) e da ovattate parentesi vocali e ritmiche (Past Lives, Human, Air Conditioning). Nel disco coabitano poi melodie orecchiabili (How Long Have You Known, Sometime, Oshin), criptiche linee di basso (Doused), e delicatezza melodica (Home).

Oshin è un album dai risvolti ipnotici e sognanti costruito su pezzi piacevoli, ma spesso piatti, troppo uniformi e monocordi. Attimi revivalistici e derivativi gradevoli dunque, ma nulla di più.

Votazione

– Rispetto alla discografia dell’artista: 2

– Rispetto alla musica di oggi: 2

– Valore storico: 1

Totale: 5

(pubblicato su www.rocklab.it)

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